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Al Lago della Vacca in inverno

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Visto che l’inverno tarda ad arrivare si è pensato di effettuare questa escursione “fuori stagione”. Il Lago della Vacca con il suo rifugio “Tita Secchi” (costruito nel 1992 ai piedi della parete sud-ovest del Cornone di Blumone) si trova nella zona meridionale del Massiccio dell’Adamello dove le vette più alte raggiungono quasi i 3000 metri.

Seguendo la SS237 della Valsabbia si imbocca la SP669 che subito dopo il Lago D’Idro risale verso Bagolino e Valle Dorizzo per proseguire dopo pochi chilometri verso la Malga Gaver.
Giunti nell’ampia piana del Gaver (1.500 m.s.l.m.) all’altezza della “Locanda Gaver” sulla destra dalla strada principale una pianeggiante strada sterrata  ci condurrà ad una chiesetta dove inizieremo a percorrere il Sentiero Monsignor Antonioli (Segnavia n° 17 giallo e bianco).

Un ripido sentiero si inerpica nel bosco arrivando poco dopo alla Malga Laione di Sotto e successivamente attraverso l’ampia carrabile alla malga Laione di Mezzo a 1.824 m.s.l.m.

Oltre la Malga il sentiero si fà via via più stretto e la pendenza più lieve sino ad arrivare ad una malghetta diroccata con rispettivo abbeveratoio in legno. Il sentiero ora riprende a salire zigzagando lungo un costone ghiaioso sul lato destro della valletta. Il sentiero è comunque ben tenuto e con qualche scalino di roccia.
Il Monte Blumone roccioso e imponente ci guarda dall’alto e lo avremo sempre alla nostra destra sino a quando ed improvvisamente (dopo 2 ore di cammino) davanti a noi apparirà il Rifugio Tita Secchi (2.358 m.s.l.m.) e la grande diga del Lago.
Il Lago della Vacca deve il nome a una particolare formazione rocciosa situata nelle vicinanze, al Passo della Vacca a 2.355 m.s.l.m., la cui forma ricorda quella di un grosso bovino soprattutto se vista da lontano.

Oggi abbiamo avuto la conferma che il lago era una volta naturale trasformato poi nei primi del novecento in uno splendido bacino artificiale. La mancanza di pioggia, lo svuotamento del lago e le temperature rigide hanno trasformato il lago in una “piccola pozza” con spesse lastre di ghiaccio tra loro in movimento sull’acqua che solo nel centro dello stesso si vedeva sgorgare dalla sorgente che scende dalle cime circostanti.

Il detto del giorno: “Sé alsö l’osèl sé sbasö èl servèl”

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