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28/04/2019 3° Tappa Tromello – Fiorenzuola d’Arda

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Qui le fotografie fatte lungo il percorso

Anche oggi una bella giornata di sole. Purtroppo abbiamo trovato vento molto forte sulle sponde del fiume Po per un tratto molto lungo almeno sino a Piacenza

Dopo Zerbolò arriviamo alla confluenza con il Ticino, che lambiamo in alcuni tratti. Le viste sul fiume, unite ad una variegata presenza faunistica, offrono uno spettacolo suggestivo.

La tappa attraversa la pianura alluvionale del Basso Pavese, dove incontriamo i caratteristici terrazzi fluviali in prossimità di S. Lazzaro e Belgioioso. Interessanti le testimonianze architettoniche presenti sul percorso, rappresentate soprattutto da edifici religiosi: dalla maestosa facciata di S. Michele a Pavia, alla piccola chiesa di S. Giacomo e dal castello di Belgioioso.

Il percorso segue quindi l’argine maestro del Po fino all’attraversamento del Lambro, dove si entra in territorio Lodigiano e Orio Litta, dove ci attende la gradevole ospitalità della Grangia benedettina.

Lasciata Orio Litta si giunge in breve al Guado di Sigerico, il “Transitum Padi”, dove i pellegrini a piedi traghettano sull’altra sponda. Il percorso ciclistico segue invece l’argine del Po lungo tratti di ciclabile fino a San Rocco al Porto e Piacenza.

Evidenziamo che per le forti piogge un tratto della ciclabile era interrotto per lo straripamento del fiume quindi abbiamo dovuto modificare il nostro percorso.

Dopo un breve tratto lungo la Via Emilia arriviamo a Pontenure, attraversiamo le campagne piacentine fino al suggestivo il Castello di Paderna, quindi strade poco trafficate portano a Fiorenzuola d’Arda.

Al di fuori dei centri abitati non è possibile rifornirsi d’acqua.

Di seguito riportiamo alcuni punti di interesse che abbiamo identificato lungo il percorso

PARCO DEL TICINO

SANTUARIO MADONNA DELLA BOZZOLA

Meta della devozione locale , il santuario sorse ne XV secolo sul luogo di una apparizione miracolosa, nella campagna di Garlasco.

PAVIA

Capoluogo di provincia, Pavia vanta un ricco patrimonio di monumenti medievali. Fu colonia romana, Capitale del Regno Longobardo e sede del Governo italico. I Visconti la resero centro intellettuale ed artistico, erigendo l’Università e la Certosa. Pavia, capoluogo di provincia, è ubicata sulla riva sinistra del fiume Ticino, a cinque km dalla sua confluenza con il fiume Po e ad est delle risaie della Lomellina. Il clima è quello che caratterizza la Pianura Padana medio-bassa, con primavera e autunno molto piovosi, gli inverni freddi e umidi e le estati calde e afose.

È sede di un importante polo universitario rinomato a livello europeo, sorto nel 1361 e potenziato da Maria Teresa d’Austria nel XVIII sec. In città, i cui vicoli stretti della parte medievale sono quieti e silenziosi, sono presenti numerose chiese di diverse epoche storiche. Il Santo Patrono dell’antico Ticinum è San Siro.

Storia

Sembra che i Celti e i Liguri siano stati presenti nella zona già intorno al III sec. a.C., ma la fondazione vera e propria risale all’89 a.C. , ossia all’epoca dei Romani. Pavia, chiamata anticamente Ticinum, divenne un importante luogo di difesa. Augusto vi soggiornò nel 9 a.C. L’allora Ticinum venne distrutto quando cadde l’Impero d’Occidente.

Teodorico, re degli Ostrogoti, fece ricostruire le mura ed edificare le terme, l’anfiteatro ed un Palatinum e il paese divenne una delle sue sedi più amate insieme a Ravenna e a Verona. Alla morte di Teodorico seguì un periodo di instabilità e nel 535 vi fu una guerra contro i Bizantini, che conquistarono la zona nel 554. Seguì un’epoca abbastanza tranquilla. Le supposizioni riguardanti la trasformazione del nome in Papia risalgono a questo periodo.

Quella che lo fa derivare dal greco Papia, ossia custode del palazzo, da intendersi come il Palazzo Reale, è poco accreditata, a differenza di altre due. Una fa derivare Papia da Papia Vegia, un antico insediamento ligure, mentre l’altra da gens Papiria di epoca romana. I Goti avevano trasferito a Ticinum la zecca e gli uffici amministrativi.

Nel 568 Pavia venne invasa dai Longobardi e dopo tre anni di assedio dovette piegarsi: divenne la capitale del Regno dei Longobardi e iniziò una significativa fase di sviluppo della città. Vennero costruite le mura, le scuole, i palazzi, le chiese, di molte delle quali si sono perse le tracce. Dal 774 e per due secoli Pavia fu sotto il dominio dei Franchi. Nell’888 terminò la dinastia Carolingia e in Italia vi furono scontri politici tra tutti i feudatari per il controllo del Regno. Pavia fu teatro di scontri politici e rafforzò la sua immagine: venne costruita una seconda cinta muraria, nuovi palazzi e edifici religiosi. Nel 924 Pavia fu incendiata dagli Ungari e morì gran parte della popolazione.

Corrado II di Baviera tentò di conquistare la città, dopo che questa aveva causato la morte del suo predecessore; trovò l’appoggio di Milano e da quel momento iniziò la rivalità tra Pavia e Milano, che durò tre secoli. Nel corso del XII sec. la città divenne un libero comune e nel corso delle lotte tra Guelfi e Ghibellini fu a fianco del Barbarossa contro la Lega Lombarda e Milano.

Nel corso del Medioevo l’importanza di Pavia si affievolì e così nel 1360 fu annessa al Ducato di Milano e i Visconti fecero di Pavia un importante centro culturale. L’Università venne istituita nel 1361. Gli Sforza assunsero il controllo della città intorno al 1450. Nel 1525 ebbe luogo la Battaglia di Pavia tra i Francesi e gli Imperiali, che ebbero la meglio. Nel 1796 fu conquistata da Napoleone, dopo l’occupazione degli Spagnoli, dei Francesi e degli Austriaci. Fu nuovamente sotto il dominio di questi ultimi dal 1815 al 1859, quando fu annessa al Regno di Sardegna prima e al Regno d’Italia poi.

ORIO LITTA

Orio Litta è un grazioso centro del basso Lodigiano, situato sulla sponda sinistra del Lambro, poco prima della sua confluenza con il Po. La Bassa Lodigiana offre ancora la possibilità di tranquille passeggiate sull’argine maestro e sul lungo Po. In particolare Orio Litta, il centro di accoglienza dei pellegrini francigeni, è punto di partenza privilegiato per escursioni a piedi e in bicicletta su anelli circolari di deliziosa bellezza e totale relax.

Da vedere : Fiume Lambro, Cascina Filandrone, Villa d Delizie ( definita piccola Versailles del lodigiano ),  Casa Veschi

PIACENZA

Situata all’estremo occidente dell’Emilia Romagna, Piacenza confina con le province di Cremona, Genova, Lodi, Pavia e Parma ed è in un contesto di snodi stradali, autostradali e ferroviari nevralgici del Nord Italia. Piacenza, luogo di passaggio e di transito per antonomasia, al crocevia tra quattro regioni, è posta sulla riva destra del fiume Po, vicino alla confluenza del fiume Trebbia e lungo il percorso della via Francigena. E’ una città severa e orgogliosa, calda, accogliente e ospitale: già nel XV secolo vi si contavano fino a trenta ospizi per viandanti.

Nel XVII è ricordata, inoltre, nei diari dei viaggiatori di passaggio, come la “città rossa”, per il colore caratteristico dei mattoni dei numerosi palazzi nobiliari, austeri all’esterno ma fastosi e celebrativi negli interni, testimonianza di una nobiltà locale forte e gelosa dei suoi privilegi. Nell’antica città medievale, le strade si intersecano ad angolo retto secondo l’antico schema d’epoca romana, testimonianza della colonia fondata nel 218 a. C. in luogo ameno e piacevole dalla quale deriva il nome.

Storia

Piacenza, insieme a Cremona, è la più antica colonia latina nell’Italia settentrionale. Nell’anno 218 a. C., seimila veterani romani fondano la colonia di “Placentia”, sulla riva destra del Po, e nell’inverno dello stesso anno la città è messa a dura prova durante la seconda guerra punica, quando il cartaginese Annibale sconfigge l’esercito romano nella sanguinosa battaglia sul fiume Trebbia.

In età repubblicana e imperiale, Piacenza diventa un importante municipio e un fiorente porto fluviale e, a partire dal 187 a. C., il console Marco Emilio Lepido fa costruire la via Aemilia che porta a Rimini e, raccordandosi alla via Flaminia, a Roma. Nel lungo Medioevo, Piacenza cade sotto il dominio dei barbari e viene toccata dalla guerra tra gli invasori Goti e le truppe romane d”Oriente. La vera ripresa inizia nel IX secolo con il predominio dei Franchi, ma è dall’anno Mille che si assiste alla rinascita demografica, civile ed economica.

Nel 990 l’itinerario romeo dell’arcivescovo Sigerico, che da Canterbury porta a Roma, tocca Piacenza, importante tappa lungo la via Francigena. La fine dell’XI secolo vede anche una ripresa dello spirito filo-papale: nel 1095 Urbano II sceglie di bandire da Piacenza la prima Crociata per la liberazione della Terra Santa. La città diventa libero Comune nel 1126 e scende in campo con la Lega Lombarda contro il Barbarossa che firma qui gli accordi preliminari per la pace di Costanza del 1183.

Il Medioevo piacentino è tuttavia turbolento e punteggiato da una serie di lotte intestine con frequenti cambi di supremazia. Dalla seconda metà del XIII secolo in poi si susseguono alla guida del territorio gli Scotti, i Pallavicino, Alberto Scoto, mercante e potente banchiere, i Visconti e gli Sforza fino al 1499. Nel 1521 Piacenza passa allo Stato della Chiesa: nel 1545 papa Paolo III Farnese istituisce il ducato di Parma e Piacenza e lo affida al figlio Pier Luigi, che viene assassinato nel 1547 da un complotto di nobili piacentini.

Tuttavia i Farnese, spostando la capitale del ducato da Piacenza a Parma, recuperano il possesso della città e dello stato piacentino che detengono fino al 1731. Successivamente sono i Borbone a governare il ducato fino al 1859, ma lo stesso conosce, a riprese, le dominazioni austriaca, francese, napoleonica e il governo di Maria Luigia d”Austria (1816-1847). Nel 1848 la città è la prima, in Italia, ad unirsi con plebiscito al Regno di Sardegna e, nel 1859, le truppe austriache abbandonano definitivamente Piacenza che si unisce al Piemonte e quindi al regno d’Italia.

Le due guerre mondiali vedono una notevole partecipazione di soldati piacentini. Le brigate partigiane entrano in Piacenza, liberata dagli occupanti, nella mattinata del 28 aprile 1945, giorno da cui inizia, per la città, la storia di questo dopoguerra.

FIORENZUOLA D’ARDA

Fiorenzuola d’Arda è una piccola città posta sulla via Emilia, a metà strada tra Milano e Bologna, stretta tra le terre di Busseto, dove visse Giuseppe Verdi, e la bellezza del borgo medievale di Castell’Arquato.

Da vedere :  Palazzo Bertamini, Palazzo Grossi, Teatro Verdi, La collegiata di San Fiorenzo.

L’ex complesso del convento e chiesa di San Giovanni,

DORMIRE :

FIORENZUOLA arrivo in struttura il 28 partenza il 29

Per il pernottamento abbiamo trovato (segnalato dal sito della Francigena) questo appartamento “Dai Viaggiatori” molto carino anche se con pochi posti letto. La Sig.ra Paola al 3409724478 è stata molto cortese ed ospitale

Per 4 persone il prezzo complessivo della struttura e stato di 40€ per la nottata (con biancheria ma senza colazione c’è davanti un bar) : 10€/cad. !!

L’appartamento ha anche un tinello dove acquistando al supermercato fuori casa il cibo è possibile fare colazione in casa

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